INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ARTE O BULLISMO!


Non solo la vita quotidiana di ciascuno di noi è stata invasa dall’intelligenza artificiale, tutt’altro. Sono anche la cultura e lo spettacolo dal vivo, ad esempio, a registrare passi avanti (o indietro) quando si entra nel merito della cosiddetta AI. Una tecnologia che consente alle macchine di imparare, pensare e svolgere compiti simili a quelli dell’uomo. Il funzionamento dipende dalle reti neurali artificiali, cioè uno specchio delle reti neurali presenti nel cervello dell’uomo. Ci sono tre diversi rami che permettono di realizzare dei sistemi, come ad esempio machine learning, un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale in cui, utilizzando dei dati, si creano dei sistemi che migliorano il risultato. In seconda battuta ci sono le reti neurali, tecnologie che risolvono problemi e compiti anche molto complessi. Infine il deep learning, una tecnica di intelligenza artificiale che cerca di imitare il modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni. Questo, quindi, permette ai computer di individuare testi, immagini e suoni e di prendere decisioni in modo autonomo, migliorando grazie all’esperienza. I vantaggi si possono verificare anche nel lavoro, consentendo un’esperienza migliore e ottimizzando i processi aziendali, artistici e culturali. Inoltre si può risparmiare del tempo, svolgendo compiti con più velocità: aiuta ad esempio, i medici ad analizzare i sintomi dei pazienti. L’intelligenza artificiale sta trasformando il nostro mondo, ma questo comporta anche rischi, soprattutto quando viene utilizzata per sostenere il cyberbullismo. 
Il cyberbullismo, a differenza del bullismo, è compiuto attraverso dispositivi elettronici, in particolare i social media. Il cyberbullismo, come il bullismo, viene definito un fenomeno sociale, che non coinvolge solo chi agisce e subisce, ma anche altre persone che diventano automaticamente complici. Quando il cyberbullismo attacca, non c’è un posto sicuro in cui rifugiarsi, perché può colpire in qualsiasi momento della giornata. Per fortuna, ad oggi, ci sono molte possibilità di chiedere aiuto e ci sono molte figure che danno istruzioni su come affrontare la situazione: lo psicologo, la polizia di stato, gli insegnanti, gli allenatori e tante altre. Si può, infatti, fare riferimento alla storia di un ragazzo romano di nome Massimo, già intervistato da la Repubblica. Massimo ha trovato il coraggio di ribellarsi ai suoi bulli e di denunciare il bullismo e il cyberbullismo che aveva subito, lanciando un messaggio molto importante in occasione della Giornata nazionale del cyberbullismo, il 7 febbraio, contro queste forme di violenza. Massimo dice: “non aspettate a denunciare, perché se state zitti vincono loro”. Di storie come la sua ce ne sono tante, infatti secondo un’indagine il 15% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta. La storia di Massimo, quindi, è un esempio positivo di come il coraggio e la denuncia possano prevalere sulla violenza dei bulli. Ma la rete non è solo violenza! Infatti negli ultimi tempi sta spopolando il fenomeno di ChatGPT, un sistema di intelligenza artificiale creato da OpenAI, progettata per comprendere e generare un testo in linguaggio naturale, cioè il tipo di linguaggio che usiamo tutti i giorni per comunicare e che utilizza una rete neurale. ChatGPT è stato lanciato il 30 novembre 2022 e ha rapidamente suscitato interesse grazie alle sue risposte. Per migliorare il modello, sono stati usati sia l’apprendimento supervisionato che quello per rinforzo, con l’assistenza di istruttori umani. Durante la prima fase, gli istruttori hanno simulato sia l’utente che l’assistente AI nelle conversazioni mentre, nella fase successiva, gli istruttori hanno valutato risposte date dal modello e usato queste valutazioni per creare modelli di ricompensa. ChatGPT è costruito con una tecnologia chiamata Transformer, un tipo di modello che ci permette di capire e di rispondere al linguaggio umano. I modelli Transformer sono noti per l’uso di un meccanismo di attenzione, che aiuta a comprendere meglio il significato tra le parole in un testo. Questi modelli trasformano il testo in numeri, che vengono elaborati per generare risposte. ChatGPT è stato realizzato utilizzando anche Decoder autoregressivo, che cerca di prevedere quale parola verrà successivamente in una sequenza di un testo. Proprio come nel montaggio di una coreografia o di uno spartito.

Laura Parmiggiano e Erminia De Giorgi

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