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Ad Aprile c'è danza al Teatro Stabile di Napoli

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Alla danza contemporanea è dedicato il mese di aprile, con quattro titoli di cui due in scena al Mercadante e due al San Ferdinando . Dal 4 al 9 di aprile al Teatro Mercadante Emio  Greco e Pieter C. Scholten – tra i maggiori e più acclamati coreografi della scena europea– firmano gli spettacoli Rocco (4 e 5 aprile) e Extremalism (8 e 9 aprile), presentati dal Ballet National de Marseille e ICKamsterdam . Il primo, Rocco , vincitore di diversi premi e riconoscimenti, è una coreografia ispirata al film Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti sul mondo del pugilato, che vede in scena 4 danzatori. Il secondo, Extremalism , interpretato da 26 danzatori, affronta il tema della crisi dell’uomo contemporaneo e delle reazioni del corpo in circostanze estreme. Al centro del lavoro la scultura di luce realizzata dall’artista Henk Stallinga che evoca il globo terrestre e lo scorrere del tempo.

Intervista a Noa Wertheim (Campadidanza magazine)

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Noa Wertheim è una delle più conosciute e apprezzate coreografe del momento, dirige la Vertigo Dance Company, di cui è fondatrice, da più di 20 anni. Insieme ai suoi danzatori vive nell’  Eco Art Village  in Israele dove trascorre la su vita nel pieno rispetto della natura e dell’umanità. Indaga l’animo umano e i sentimenti opposti che lo abitano. Quast’anno ha inaugurato il Napoli Teatro Festival Italia portando in prima mondiale il suo ultimo lavoro  Reshimo  di cui ci parla nell’intervista che segue. Noa cosa pensi d Napoli? Amo molto Napoli, qui mi sento a casa, conosco i nomi delle strade e così tanta gente. Quest’anno c’è stato anche l’incontro in teatro ed è stato meraviglioso. Amo il cibo, il clima, l’architettura, tutto; è un posto davvero speciale perché sento che da una parte è un luogo molto europeo e dall’altra la gente è cordiale e vera. Siamo molto simili non credi? In un certo senso sì. Siamo entrambi cordiali e mediterranei, ma voi siete un po’ più europ

NOA WERTHEIM E L'ENERGIA INFINITA(fonte: Campadidanza magazine)

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Il fluire e rifluire di un corpo liquido e della sua energia, della materia e del loro rapporto, il movimento in una memoria ed un tempo infiniti, la prospettiva aperta verso il futuro dove non si ricerca una catarsi ma un movimento che fluttua e si autorigenera costantemente. Il rifiuto quasi totale del concetto di morte o comunque la ricerca costante dell’antidoto contro la fine, il vivere nel ricordo di un passato che non abbandona mai e il lanciarsi in una progettualità costante salvandosi così dallo schiacciamento di un presente che infondo non esiste. Noa parla di pace e di serenità, di equilibrio e di armonia, di circolarità energetica e consapevolezza di un corpo vivo in bilico tra l’essere animale e l’essere divino. Incontrare la coreografa israeliana in una full immersion nel suo mondo, prima come spettatrici e poi come danzatrici della sua masterclass, ha mostrato il modo di creare di chi, nonostante senta l’arduo compito di comprendere l’uomo e il mondo, abbia deciso

Stasera morirò di Vertigo!

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Voglio un'overdose di danza, voglio sentirmi male e gridare "aiuto!", voglio distruggermi le mani a forza di applausi, voglio i VERTIGO dentro di me e sentirmeli nella testa per mesi, mesi e mesi finché torneranno di nuovo  a Napoli. Stasera mangerò le coreografie di Noa Wertheim, genio creatore di lavori da infarto durante i quali nessuno si sogna di avere la minima distrazione, ma neanche il minimo pensiero di possibilità di distrarsi. No! non c'è modo di pensare ad un solo fatto privato ed intimo, tutti i neuroni sono attenti a raccogliere informazioni dal palco, tutte le sinapsi attive nel mio cervello stasera non comunicheranno che una sola informazione: "Dio mio, questi ballerini sono divini! " Lo scorso anno ho visto "Vertigo 20" coreografia stupefacente in cui mascolino e femminino lottano in un'opposizione ancestrale, e pure attuale, per un predominio mai raggiunto tra la ricerca di un equilibrio pacifico e la contrapposizione d

Noa Wertheim e Vertigo 20

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Vertigo 20 La perfezione dell'esecuzione e la bellezza dei danzatori ha tenuto completamente ipnotizzato il pubblico per un'ora. A guardarsi intorno durante lo spettacolo si notava un'omogenea massa di persone immobili e concentrate nel seguire le coreografie coinvolgenti di Noa Wertheim. La scenografia, scarna ed essenziale, risultava essere funzionale ai danzatori sempre in scena per 60 minuti. La scelta delle musiche, ora malinconiche e romantiche, ora selvaggiamente incalzanti, contribuiva a tenere viva la magia negli spettatori sempre attenti. Raramente si assiste ad un lavoro coreografico eccellente dal primo all'ultimo quadro: girotondi evocanti antichi riti ed energiche corse in cerchio si alternavano a momenti di pas de deux in sincrono o eseguiti a canone.