Il demone talentuoso ride in faccia all'umiltà
Ovunque leggo e sento parlare di primi ballerini umili, modesti e sempre, costantemente, tristemente e lamentosamente consapevoli dei propri limiti. Con i piedi per terra e con l'atteggiamento remissivo di chi sa di non essere mai veramente all'altezza. Scusate, ma di chierichetti mortificati, anzi finti mortificati, non se ne può più... o almeno io non ne posso più. Queste stelle, queste promesse, questi professionisti giunti o molto vicini all'apice della carriera vogliono far cadere i teatri per gli applausi e per l'eccitamento procurato nel pubblico o vogliono essere i più bravi al catechismo? Voglio la vera e sincera spavalderia, quella dell'uomo consapevole della propria rara bravura e voglio la fierezza nello sguardo della donna consapevole di essere una stella in un firmamento fatto perlopiù di stelline. Voglio vedere l'andamento aristocratico e superbo del danzatore di inizio '900 che volava un metro sopra gli altri, che ispirava sogni di grandez