Voi sul palco e io in platea. Non ho sofferto...che fatti!

Mi sono divertita molto ad assistere al saggio di fine anno del San Carlo, mi sono divertita perché ho potuto proiettare nel viso di tutti quei ballerini le emozioni che provavo da piccola e ho cercato il volto e il corpo che più mi somigliavano per avere una sorta di opportunità, di flash back, di ritorno al passato. Quanto è incredibile per un piccolo ballerino stare sul palco e sentire gli applausi, la tensione e le aspettative sospese nell'aria, le luci soffuse in sala e quelle accecanti sul viso. Il sipario, l'intro musicale, le ultime battute e poi tutta la scena che si dispiega davanti solo per accogliere la danza. Protagonista per una serata, protagonista di una lunghe serie di giornate di sala prove: l'assegnazione dei ruoli, la sarta che prende le misure per i costumi, le scarpette da ammorbidire, i consigli delle amiche. Era tutto così fantastico quando studiavo danza e sentirsi una stella era davvero semplice. La sera dello spettacolo poi le atmosfere assaggiate per mesi si concretizzavano e raggiungevano l'apice portando il cuore ad esplodere tra paura ed eccitazione. Accidenti però durava tutto un attimo e il sipario appena aperto già si richiudeva. L'applauso, un viso riconosciuto tra il pubblico, il camerino, i fiori all'uscita e il letto. Tutto finito.
Oggi che queste sensazioni sono lontane anni luce riesco a sorridere commossa vedendo l'entusiasmo di chi danza una generazione dopo la mia  e senza rabbia né invidia né rimpianti penso a quanto sia stato bello provare sensazioni così forti da che ero una bambina fino a quando ho avuto il primo figlio. Dateci dentro ragazzi e godetevi gli anni di studio e raggiungete i vostri obbiettivi che, per fortuna in questo mondo, coincidono con i sogni.


Ecco la mia recensione uscita sul noto giornale Danzaeffebi di Francesca Bernabini. 
La Scuola di ballo del Teatro San Carlo di Napoli diretta da Anna Razzi ha alzato il sipario per il consueto appuntamento con lo spettacolo di fine anno sabato 20 giugno 2015 e per circa tre ore ha proposto al pubblico un saggio di danza diviso in due tempi da un’ora e mezza l’uno. Il programma della serata si è svolto seguendo la tradizionale scaletta: parte tecnica di tutti i corsi, danza spagnola, danza di carattere, danza moderna e per concludere Sogno di una notte di mezza estate.

La parte di tecnica accademica su musiche del maestro Cesare Pugni, ha dipinto un quadro dettagliato, e al contempo fluido e leggero, dello studio svolto quotidianamente in classe articolando l’esibizione dei corsi, dalla propedeutica fino all’ottavo, in maniera dinamica e spettacolare. Esercizi alla sbarra e al centro, diagonali e passi a due, tutto a dimostrazione dell’alto livello di studio e preparazione tecnica e artistica degli allievi. Gli elementi femminili hanno sfoggiato già dai primi corsi profondi cambré, gambe elevate, braccia morbide e una spiccata capacità espressiva; l’eccellente elevazione nei salti di quasi tutti i maschi ha poi marcato l’eterogeneità dell’arte coreutica proponendo da un lato grazia ed eleganza e dall’altro forza e potenza. Divertente, veloce e frizzante l’intermezzo coreografico della propedeutica a cura di Rossella Lo Sapio.

Nella sua interezza la parte tecnica ha mostrato tutti gli elementi necessari a far presagire il meglio anche per le esibizioni che sarebbero seguite. Una promessa su tutte quella fatta al pubblico dal diplomando Luigi Crispino fin dal suo primo ingresso sul palco: fierezza, presenza scenica, bellezza ancora acerba che combatte tra l’apollineo e il dionisiaco e poi elevazione strepitosa delle gambe, collo del piede, sicurezza in salti e giri.

Coinvolgente la danza di carattere suddivisa in Danza Ungherese e Tarantella: meravigliosi i costumi di Giusi Giustino in grado di catapultare in modo assolutamente verosimile in tempi e luoghi lontani, geometrie vorticose nelle coreografie di Martha Iris Fernandez Aguero eseguite con rigore e gioia dagli allievi. Meno incisiva invece la coreografia di danza spagnola Sevilla durante la quale gli allievi del V corso non hanno purtroppo saputo rendere la forza e la passionalità tipici del temperamento ispanico.


Nel contemporaneo, il lavoro che il maestro e coreografo Dino Verga ha portato in scena, ispirato al film di Gabriele Salvatores Io non ho paura, e interpretato dagli allievi dal sesto all’ottavo corso, ha creato atmosfere suggestive e ha saputo dare valore e spessore alle doti tecniche ed interpretative dei ballerini: tanto le donne quanto gli uomini hanno tenuto bene la scena come veri professionisti lavorando in sincrono e mostrando precisione in una tecnica modern tutt’altro che semplice, quella Cunningham, in cui i continui cambi di direzione e orientamento, improvvisi spostamenti di peso e la fluidità di un movimento che non si arresta mai, rendono questa tecnica non proprio alla portata di tutti. Meraviglioso il passo a due tra Luigi Crispino e Vincenzo Veneruso.


Dopo l’intervallo lo spettacolo ha proposto Sogno di una notte di mezza estate su musiche di Mendelssohn-Bartholdy e Panariello e per le coreografie di Anna Razzi, colonna portante della scuola di ballo da 25 anni. Nonostante la meraviglia dei costumi, la sobrietà effimera e onirica delle scene e la poetica della musica, il livello raggiunto dagli allievi nella prima parte dello spettacolo è calato vertiginosamente e i giovani artisti si sono dimostrati forse troppo giovani per affrontare un simile balletto. Francesca Cepollaro pareva avere tutti i numeri per portare in scena una Tytania eccellente: belle gambe, piedi, braccia lunghe e sinuose, ma l’interpretazione si è rivelata troppo sobria e al limite della fiacchezza e questo lo scrivo nella consapevolezza che se avesse portato in scena più carattere e personalità sarebbe stata eccellente interprete di un ruolo che le si addiceva in tutto.
A tenere alto il livello ci hanno pensato Luigi Crispino nel ruolo di Oberon, il re degli elfi, e Vincenzo Veneruso in una eccellente interpretazione di Puck. Tra le diplomande

Lo spettacolo si conclude e al momento della consegna dei diplomi viene fatto un annuncio non da poco: Luigi Crispino, salutato con un’ esplosione di applausi, ha già pronte le valige per andare a New York ospite dell’American Ballet Theater come vincitore di una borsa di studio estiva. A cambiargli la vita e a dargli questa incredibile opportunità è stato il viaggio a Mosca dell’inverno scorso in occasione del conferimento del Premio Roma Jia Ruskaja alla Scuola di ballo sancarliana, un viaggio organizzato da Larissa Anisimova, allora presidente della Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza (FAND), su invito della Bolshoi Ballet Academy. Gli allievi della Scuola di ballo del San Carlo in quell’occasione danzarono al Bolshoi Ballet Academy Theatre di Mosca e al Teatro dell’Opera di Astrakhan insieme ai colleghi delle più rinomate accademie del mondo: The School of the Hamburg Ballet, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, la Bolshoi Ballet Academy e la Jaqueline Kennedy Onassis School at ABT diretta da Franco De Vita. Ed è stato proprio De Vita a notare il talento di Crispino e a volerlo a tutti i costi con lui a New York. Data la giovane età del ragazzo, che all’epoca degli eventi non aveva ancora 18 anni, l’iter organizzativo non è stato dei più semplici, ma la forza d’animo e la determinazione della direttrice del lirico napoletano Anna Razzi hanno avuto la meglio e Luigi oggi è pronto per volare in America e chissà se farà mai ritorno.

L’anno accademico 2014-2015 è stato senza dubbio il suo anno: al San Carlo è nata una stella e sicuramente ne sentirete presto parlare.

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