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Visualizzazione dei post con l'etichetta coreografia

Visionari di domani, il miglior bando - forse - indetto da Biennale Danza

Wayne McGregor ha forse finalmente cambiato qualcosa per quanto riguarda l'attenzione ai/lle coragrafi/e, o perlomeno si spera che una personalità del suo calibro, all'apice del successo e del riconoscimento internazionale, possa aver suggerito le linee per il nuovo bando di Biennale College Danza  che appaiono più dignitose in quanto a sostegno economico e a parametri entro cui rientare per potervi accedere. Un respiro più internazionale rispetto ai bandi indetti in precedenza che sembravano piuttosto un abito sartoriale travestito da bando. Ci si illude? No, stavolta pare di no. Bisogna immaginare McGregor completamente coinvolto nella stesura e perfettamente calato nel ruolo di direttore che dà le linee guida, le traiettorie, gli argini e intravede la finalità collettiva di ciò che la sua visione artistica prevede.  wayne mcgregor-by-nick mead È online da due giorni (dal 21 febbraio) sul sito della Biennale ( bando biennale danza college ) il duplice bando indirizzato a cor

Diego Tortelli: la coreografia, la memoria, l'esperimento, il corpo

Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu.  Una frase di Tommaso d'Aquino , una frase che non esce più dalla testa di chi l'ha interiorizzata, amata e fatta propria. Non si può credere e non credere a questo assioma, non lo si può tenere in considerazione in maniera intermittente a seconda del se sia più o meno utile in una determinata circostanza. Una volta accettati i sensi come porta d'ingresso di ogni esperienza che preceda la formulazione del pensiero razionale, allora il nihil est più affascinante della storia dell'umanità non lascia più liberi. A studiare a fondo i lavori coreografici di Diego Tortelli e la descrizione del processo creativo che lui stesso fa si pensa ad uno sviluppo lento, dilatato nel tempo, ripreso e lasciato e poi ripreso ancora. C'è in lui un'impressione che colpisce i sensi, li stordisce e li accarezza e poi resta da qualche parte in un angolo della memoria tra inconscio e consapevolezza, in attesa di un nuovo nutrime

Woman Made - il progetto che valorizza la coreografia femminile

 WOMAN MADE  è un ambizioso ed eccitante progetto di valorizzazione, diffusione e implementazione della produzione coreografica femminile internazionale vincitore del bando ministeriale Boarding Pass Plus '21/'22. Vede 4 coreografe/i italiane/i, 4 straniere/i e 5 danzatrici che dall'Italia partiranno con i lavori coreografici creati tra la Campania, la Toscana e l'Umbria per raggiungere e unirsi ad altrettante colleghe straniere. Il lavoro finito, risultante di tutte le residenze coreografiche, sarà presentato non solo nelle diverse città aderenti al progetto in Festival e Rassegne, ma vedrà la restituzione finale al pubblico nella cornice suggestiva del  Teatro Bellini di Napoli  sostenitore e  parter  del progetto.  Woman Made è alla sua seconda settimana di attività e dopo una residenza negli spazi di Artgarage - centro coreografico diretto da Emma Cianchi - è ora alla sua seconda tappa nelle sale di Dance Gallery (Pg) associazione diretta da Valentina Romito. La pr

Doris Humphrey, the Art of making Dances la prima Bibbia di chi crea col movimento

Doris Humphrey (17 ottobre 1895/ 29 dicembre 1958) riconobbe in sé l’esigenza di danzare fin da piccolissima, stimolata dalla musica che la madre ascoltava in casa e sulla quale creò le sue prime coreografie. Il fascino per le melodie la portò a tentare la strada della composizione musicale, ma capì presto di non avere talento eppure dentro di lei un’altra forma d’arte era allo stadio embrionale e si accingeva ad uno sviluppo eccezionale. Iniziare a studiare danza nella piccola cittadina in cui viveva fu l’inizio di una strada che l’avrebbe portata al grande successo, perché la sua insegnante riconobbe in lei talento e genio, novità e passione. Il giorno in cui, ormai terminata la scuola superiore, la convinse a studiare danza a Los Angels fu l’inizio della svolta che ancora oggi si ripercuote su tutti noi. È pur vero che la scuola in cui Doris entrò era quella di Ruth St. Denis e Ted Shawn, pionieri della rottura definitiva col balletto convenzionale e con la danza codificata, che, un