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Bolle and Friends a Pompei. La mia recensione pubblicata su Danzaeffebi

Resterà nella memoria molto a lungo lo spettacolo che Roberto Bolle ha portato in scena al Teatro degli Scavi di Pompei lo scorso 25 luglio supportato da un’organizzazione impeccabile e curata nel minimo dettaglio. Ognuno dei presenti ricorderà con un sentimento di gioia mista a stupore le eccellenze mondiali che si sono esibite su quel palco trasudante storia e antichi racconti. Le gradinate della cavea gremite, le luci soffuse a lasciar scorgere tutto intorno antiche rovine e il palcoscenico, che ancora conserva l’antico fondale di epoca romana, hanno reso palpabile e concreta la sensazione di un viaggio indietro nel tempo. I sensi sono allora amplificati e in un luogo così suggestivo si diviene a tal punto predisposti ad accogliere e ammirare da divenire tutt’uno con la duplice prospettiva della bellezza proposta: quella apollinea delle forme e delle linee e quella dionisiaca della libertà e dell’istinto. Forze opposte e complementari hanno reso lo spettacolo Bolle and friends fl

Voi sul palco e io in platea. Non ho sofferto...che fatti!

Mi sono divertita molto ad assistere al saggio di fine anno del San Carlo, mi sono divertita perché ho potuto proiettare nel viso di tutti quei ballerini le emozioni che provavo da piccola e ho cercato il volto e il corpo che più mi somigliavano per avere una sorta di opportunità, di flash back, di ritorno al passato. Quanto è incredibile per un piccolo ballerino stare sul palco e sentire gli applausi, la tensione e le aspettative sospese nell'aria, le luci soffuse in sala e quelle accecanti sul viso. Il sipario, l'intro musicale, le ultime battute e poi tutta la scena che si dispiega davanti solo per accogliere la danza. Protagonista per una serata, protagonista di una lunghe serie di giornate di sala prove: l'assegnazione dei ruoli, la sarta che prende le misure per i costumi, le scarpette da ammorbidire, i consigli delle amiche. Era tutto così fantastico quando studiavo danza e sentirsi una stella era davvero semplice. La sera dello spettacolo poi le atmosfere assaggiate

Io, testimone di professionalità e talento al San Carlo

ph. Federica Capo (Il mio articolo pubblicato su Danzaeffebi) Si è appena concluso al Teatro San Carlo di Napoli, così come nei giorni scorsi alla Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, il corso di aggiornamento per insegnanti di danza organizzato da Francesca Bernabini. Durante tutto il fine settimana i partecipanti hanno assistito alle lezioni di tutti i corsi professionali degli allievi della Scuola, compresa la propedeutica, hanno preso parte a momenti di confronto con Anna Razzi, direttrice della Scuola di Ballo, e hanno goduto del privilegio di assistere ad una classe della Compagnia dei professionisti del lirico napoletano. Di questo stesso privilegio ho goduto anche io, grazie a Danzaeffebi, e testimonio in queste righe la disciplina, la partecipazione, l’impegno e la professionalità dei danzatori del Corpo di ballo sancarliano che hanno preso parte alla classe studiando con rigore e concentrazione dal principio alla fine della lezione, cosa questa che non sempre ac

La mia recensione x lo Schiaccianoci pubblicata su Danzaeffebi

Al Teatro San Carlo di Napoli per la prima de Lo Schiaccianoci con le coreografie di Alessandra Panzavolta la platea ha fatto il tutto esaurito e come ogni anno autoctoni e stranieri hanno rispettato la tradizione del Massimo salutando l’anno che si chiude con il balletto natalizio per eccellenza. L’allestimento del Lirico è stato impeccabile: una cornice luccicante impreziosiva il palcoscenico e preannunciava le atmosfere magiche e surreali che di lì a poco si sarebbero palesate; le scenografie di Nicola Rubertelli insieme alle luci di Giuseppe Perrella hanno ricreato ambientazioni maestose e convincenti tanto nei momenti di vita quotidiana e reale come la festa di Natale, quanto in quelli di sogno e magia. I costumi di Giusi Giustino lasciavano rivivere l’eleganza ottocentesca tra colori sgargianti e tessuti pregiati in tutto il primo atto, mentre nel secondo la raffinatezza sobria dell’alta sartoria partenopea ha contribuito all’esaltazione e valorizzazione di tut