L'uomo accetta i suoi limiti e solo allora comincia a creare

Da Vinci - Nomen Omen 
un lavoro di Andrea Arionte
Andrea Arionte


Il rapporto tra proporzione matematica ed armonia estetica rende il corpo umano l’opera divina per eccellenza, impossibile da descrivere con precisione data la sua complessità. Un corpo che vive tormentato ed ossessionato dal voler incorniciare la totalità della propria figura, tradurla in espressioni plastiche.
Attraverso la personalità di Leonardo Da Vinci, emblema di genialità artistica segnata dall'insoddisfazione e dall'incompletezza divorata da una insaziabile sete di sapere (pretesto della nostra ricerca), il lavoro intende porre uno sguardo alla condizione di limite che grava sulle  possibilità inespresse dell'uomo, mira ad utilizzare il corpo come strumento di trasmissione e lo condiziona per raggiungere l’evidenza del “soffio” dell’anima.

È infatti l'uomo-artista colui che più di tutti avverte l'urgente tensione verso qualcosa di elevato e di mistico, quel qualcosa che è altro da sé ma che invano cerca di raggiungere e che per Leonardo coincide col sogno utopistico di Icaro.

Il volo non è altro che la via per accostarsi a Dio e alla conoscenza: se l'uomo fosse più simile agli uccelli, supererebbe la propria condizione di limite sfiorando una dimensione sferica, ma, sedotto dalla carnalità, rimane schiacciato dal peso terreno che lo restringe in schemi regolari, lo inscrive in contorni definiti. Il corpo appare allora come una macchina inanimata, un assemblaggio ancorato al suolo, che traduce questa tensione verso l'alto in tensione muscolare ed ingranaggi articolari.
Ma la natura celeste dell'uomo, fondata su desideri ed aspirazioni, si manifesta in quell'unico atto che lo accomuna a Dio, ovvero l'atto creativo (sessuale ed artistico). L'uomo è in grado di riscattarsi in quanto, abbandonata la condizione fetale, si tramuta in architettura divina, diventando dio-artista, libero di generare forme.

Il simbolo di passaggio è l’uomo vitruviano, diviso tra astrazione e materialismo, incastrato in una geometria bidimensionale; un corpo dannato poiché nonostante sia immenso e perfetto, rimane muto e minacciato dalle ombre dell'ignoranza.
È nella ricerca delle proporzioni e nell’accettazione del limite, considerato necessario, che l’uomo diventa un dio-artista e partorisce, in una sorta di rinascita, la sua creazione ovvero se stesso. Contrastando lo schiacciamento e la restrizione, dà libero sfogo alla circolarità eterna della forma umana.

"L'anima desidera stare col suo corpo, perché, senza li strumenti organici di tal corpo, nulla può operare né sentire" (L. Da Vinci)

Andrea Arionte
Simona Perrella





Ideazione e regia: Andrea Arionte 
coreografie:         Andrea Arionte, Simona Perrella.

con:                    Nancy Carandente, Francesca Di Giovanni,                               Ludovica Frezza, Paola Marasco (Danse et                               ballet di Alessandra Granato) Simona                                         Perrella, Andrea Arionte.


ZTN- zona teatro naviganti- vico Bagnara, 3A - Napoli (NA)
5,6 dicembre ore 21
7 dicembre ore 19
Tel: 339 429 0222 - 335 543 2067


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