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La privatizzazione delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche e la scomparsa dei Corpi di Ballo

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A PARTIRE DAL 1996 GLI ENTI LIRICI VENGONO TRASFORMATI IN FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE DI DIRITTO PRIVATO EFFETTUANDO UN PROGRESSIVO PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DI REALTÀ FINO A QUEL MOMENTO PUBBLICHE. ECCO QUALI SONO LE CONSEGUENZE OGGI. Il comparto cultura produce il 16% del PIL, poco meno di 100 mld/€ l’anno (300 mld/€ considerando l’indotto generato) e dà occupazione a 6 lavoratori su 100. Va da sé quindi che in un Paese pregno di cultura come il nostro la politica difenda e valorizzi gli enti, gli artisti e gli operatori che dedicano la vita ad arricchire di contenuti quella degli altri. Ma non è così, infatti il Governo investe per la cultura appena lo 0,6% delle proprie risorse: ecco spiegato l’affanno di un intero settore. Prendiamo una lente d’ingrandimento e puntiamola su una delle più rappresentative realtà del settore: le Fondazioni Lirico-sinfoniche ex Enti lirici. Di Fondazioni se ne contano 14 in tutta Italia: Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari, Teatro Comunale di B

la mostra “Fons vitae” di Antonio Ievolella a Capri

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La mostra “Fons vitae” di Antonio Ievolella, che ha visto grande partecipazione anche grazie all’iniziativa della Direzione regionale Musei Campania di istituire due settimane di ingresso libero fino al 29 gennaio per festeggiare la riapertura dei musei e dei siti archeologici della rete, è stata prorogata fino al 30 aprile 2021 e, salvo diverse disposizioni legate all’emergenza Covid, è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, con esclusione dei weekend e dei giorni festivi, nel rispetto della normativa prevista dal DPCM 14 gennaio 2021 e dei protocolli Covid. La mostra è realizzata in collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania e con l’Ufficio Servizi Educativi della Certosa di San Giacomo a Capri, ed è a cura di Virginia Baradel, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio. L’allestimento ha come motivo ispiratore l’acqua e così i 30 otri di terracotta su strutture di ferro in sospensione sono dei veri e propri vasi - grembi che costituiscono la forma plastica scelta dall’Artista

Il grande gioco della storia sta in chi s’impadronirà delle regole

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1.Echi illuministici « Sapere aude . Abbi il coraggio, l’audacia di usare il tuo proprio intelletto». Immanuel Kant esortava così gli uomini a reagire e a lottare nei confronti della propria dimensione limitata e lo faceva nel 1784 in risposta alla domanda, posta dal giornale tedesco Berlinische Monatsschrift, Was ist Aufklärung? L’Illuminismo è per Kant l’ uscita dell’uomo dallo stato di minorità in cui si trova , dove per minorità egli intende la consapevole accettazione di subire l’autorità altrui. L’uomo, naturalmente fornito d’intelletto, non può e non deve accettare che qualcuno o qualcosa possa pensare e decidere per lui, egli ha non solo il diritto, ma il dovere di usare la ragione. Kant indica nel testo tre momenti in cui ci si ritrova in stato di minorità, essi sono: quando un libro ragiona per noi, quando un direttore spirituale ci fa da coscienza e quando un medico decide la nostra dieta . In più di un’intervista Michel Foucault fa riferimento esplicito a ques