Alla Fonderia approda la coreografa Emma Cianchi con le sue geografie del corpo e memorie del mito.
Pearl Hubert, Maria Anzivino, Gaia Mentoglio e Tonia Laterza Nel panorama della danza contemporanea italiana, Emma Cianchi si distingue come una voce capace di trasformare il movimento in geografia emotiva, in rito, in materia viva. La sua ricerca non si limita alla costruzione di un linguaggio coreografico, ma è un atto di attraversamento, un dialogo costante tra il corpo, il territorio, la memoria, la storia. Dirigendo il Centro di Alta Formazione ArtGarage , Cianchi abita costantemente al confine tra l'arte e il territorio, il gesto e la sua eco, elaborando un sistema poetico in cui danza, installazione, suono e immagine convergono come fiumi che confluiscono nella stessa foce per dare poi vita a un mare di connessioni con il passato mediante una danza potente e a volte furiosa. Il corpo come archivio pulsante Per Emma Cianchi il corpo non è un mero strumento esecutivo, ma un archivio vivo, una soglia in cui restano imperiture memorie ancestrali, rituali primordi...