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Bolle and Friends a Pompei. La mia recensione pubblicata su Danzaeffebi

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Resterà nella memoria molto a lungo lo spettacolo che Roberto Bolle ha portato in scena al Teatro degli Scavi di Pompei lo scorso 25 luglio supportato da un’organizzazione impeccabile e curata nel minimo dettaglio. Ognuno dei presenti ricorderà con un sentimento di gioia mista a stupore le eccellenze mondiali che si sono esibite su quel palco trasudante storia e antichi racconti. Le gradinate della cavea gremite, le luci soffuse a lasciar scorgere tutto intorno antiche rovine e il palcoscenico, che ancora conserva l’antico fondale di epoca romana, hanno reso palpabile e concreta la sensazione di un viaggio indietro nel tempo. I sensi sono allora amplificati e in un luogo così suggestivo si diviene a tal punto predisposti ad accogliere e ammirare da divenire tutt’uno con la duplice prospettiva della bellezza proposta: quella apollinea delle forme e delle linee e quella dionisiaca della libertà e dell’istinto. Forze opposte e complementari hanno reso lo spettacolo Bolle and friends fl

Essere grassi non è brutto, FA MALE al corpo e alla mente. Intervenite maestri

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Che oscenità le reti private e i saggi di danza che trasmettono. Dico, ci rendiamo un attimo conto del potere della televisione e del danno che può fare anche alla danza? Così, uno è sul divano a fare zapping e tra uno sbadiglio e una patatina inciampa nella rete privata canale... che manda in onda il polpettone di fine anno anno di una scuola di danza che ha pure pagato una bella cifretta per fare una pubblica, voluta, profondamente desiderata figura di merda. Oh dio! Ieri sera, stanca morta giro e rigiro i soliti canali via cavo, avendo sky fuori uso, e chi becco? La sagra della salsiccia in chiave lago dei cigni. La parte buona di me diceva "lascia stare, cambia canale, sarà meglio non continuare a guardare per evitare di farti poi un'idea negativa di queste povere ragazzine innocenti" e la parte malvagia diceva "ti prego non puoi girare, è troppo uno spasso facciamoci due risate". Dopo un'indecisione, durata più o meno due secondi e mezzo, ho lascia

Perché il napoletano non ama davvero la mamma?

Arriverà mai il giorno in cui i napoletani la faranno finita col criticare e distruggere e demolire tutto quanto riguardi la loro città? Non so, no  credo. Fa parte del loro essere napoletani, è intrinseco alla loro natura, è binomio inscindibile e ovvio napoletano-polemica. Tutto ciò che poi viene da fuori, va fuori, nasce fuori, passa da fuori è per forza di cose migliore. E allora si dà il via ad una serie infinita di parole snocciolate un po' a caso, ragionamenti superficiali e infantili, motivazioni prive di qualsivoglia fondamento e opinioni personali oltremodo stupide e del tutto insopportabili. È più forte di me, è una fatica che non posso sostenere quella di stare ad ascoltare la voce stridula di turno che ha deciso di fare l'urlatore/untore dedito all'infame e ingiustificato scopo di diffondere sempre più a macchia d'olio l'odio per tutto ciò che accade qui. Seguono poi a catena le osservazioni ancor più insopportabili di tutti quanti un giorno decisero di

Borsa di studio x ARTISTI EMERGENTI all'Università di Princeton

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Riporto di seguito una notizia/proposta niente male che giunge dall'America e che se io non avessi due figli e un marito coglierei  al volo. Borsa di studio del valore di UNA MAREA DI SOLDI!!! E tutto questo per creare e insegnare la propria arte. Sogno...magia...bufala? Boh! Provate a candidarvi e poi fatemi sapere. In bocca al lupo! SCADENZA: 14 SETTEMBRE 2015 Siete artisti ad inizio carriera e desiderate trascorrere due anni lavorando in una comunità universitaria americana? La borsa di studio Princeton Arts Fellowships ammonta a 79mila dollari  ed è rivolta a cittadini non americani impegnati nelle varie ramificazione dell'arte, dai compositori ai visual artists, dai musicisti ai coreografi, registi, attori, visual performers ecc. I vincitori dovranno trascorrere due anni consecutivi (da settembre a luglio) presso l’Università di Princeton (USA) e saranno chiamati ad insegnare in un corso per ogni semestre e a collaborare attivamente con gli studenti durante tutto l’a

Si danza non si abballa

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La mia penna conquista spazi che ha sempre desiderato abitare: quelli della libertà. Certo non sarò scortese, né di cattivo gusto, ma sarò sinceramente velatamente garbatamente spontanea. Vedo ciò che mi piace e lo dico, vedo ciò che non mi piace e scelgo se dirlo o se non menzionarlo affatto. Quanto siete brutti quando scimmiottate, abballate, ci provate... quanto siete brutti quando salite sul palco spinti da insegnanti che non vi dicono la verità e vi illudono che la danza sia per tutti. Ma smettetela un po'! Se proprio la passione è a tal punto incontenibile da doverla per forza assecondare almeno trovate la vostra dimensione, trovate lo stile per cui siete più portati e ciò che il vostro corpo davvero sente, tipo il mimo. Il balletto è sacro, è quello e quello è. Non c'è quasi balletto, più o meno balletto, un po' balletto. Ci sono canoni da rispettare, linee da mostrare e poi diciamolo, c'è un paradigma che al rovescio non funziona e ve lo mostro: tanta tecni

Eccellenze napoletane a Miami

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Al XX festival della danza di Miami sono stati invitati Salvatore Manzo e Claudia D'Antonio meravigliosi talenti del corpo di ballo del teatro San Carlo di Napoli. Salvatore, che dirti, la tua danza mi ha folgorata dal primo istante...non ti perderò di vista! Cresci ancora un po' e poi a me la tua biografia ;) Claudia, Francesca Bernabini mi parlò di te e quando ho avuto modo di vederti danzare ho ricordato le sue parole: fantastica. Merda ragazzi MERDA foto Federica Capo

Al prossimo testa-piede in teatro urlo come l'esorcista

Mi piacerebbe molto dire tutte le stranezze che vedo ai saggi, tutte le bruttezze che m'inaridiscono, o meglio che tentano un mio inaridimento culturale, ma ci sarà il tempo per puntare il dito e non stringere più mani viscide e inquinate da tanta bella ginnastica che però deve restare nelle palestre. Amo le contaminazioni, amo i flussi incessanti che si articolano a tal punto da divenire irriconoscibili nella loro originaria fattezza, ma aimè per fortuna odio le infezioni e la ferita aperta lasciata dalla danza continua ad infettarsi e a imputridirsi di ginnastica e squartamenti e scapolate che ricordano le oscenità di povere barbie succubi di bambine sadiche. Utilizzare la ginnastica artistica e alcuni suoi elementi per elasticizzare un corpo potrebbe ancora ancora stare bene, ma istigarmi alla violenza con coreografie caratterizzate da una super spaccata qua e una super spaccata un po' più in là e un panché con le mani a terra per fare testa piede e via dicendo nooooo!!!