La mia intervista ai coreografi Gennaro Cimmino e Gennaro Maione pubblicata su Campadidanza Mag

Intervista ai coreografi Gennaro Cimmino e Gennaro Maione in occasione della loro nuova produzione  Aesthetica- esercizio n. 1 che debutterà al teatro Piccolo Bellini di Napoli 13 febbraio. Tecnologia, comportamenti umani, società, musica. Tutto un insieme di stimoli e suggestioni che parlano di come l’uomo di oggi sia profondamente diverso dall’uomo di ieri.

Nel tuo nuovo lavoro “Aesthetica” in scena il 13-14-15 febbraio al Piccolo Bellini collabori con Gennaro Maione, da dove nasce il vostro lavorare insieme?
Tra i giovani coreografi con i quali ho lavorato Gennaro Maione è tra quelli che mi piace di più. E’ interessante per me la sua esigenza di esprimersi e di mettersi in gioco andando in scena con argomenti sempre diversi.
Cosa ti ha portato a voler mettere in scena questo progetto?
Questo progetto nasce da uno sguardo sul contemporaneo, come ci muoviamo e come abitiamo il nostro corpo alla luce dei nuovi mezzi tecnologici che ci circondano: i social network ad esempio e quindi anche i supporti come tablet, smartphone etc etc. L’attenzione è posta soprattutto sul fatto che questi nuovi mezzi abbiano uniformato il comportamento umano su scala mondiale annullando quasi del tutto le varianti geografiche. Il web ha livellato il modo di vivere e pensare della gente.
Perché il titolo completo del lavoro è Aesthetica esercizio n.1?
Perché in realtà pensavamo di riuscire a contenere i vari argomenti nella durata di uno spettacolo. Ci siamo poi resi conto che il materiale a disposizione era talmente tanto da non poter essere in alcun modo concentrato in un solo lavoro e così abbiamo deciso di dividere Aesthetica in una sorta di capitoli. Questo è l’esercizio n.1 in cui si tratterà appunto l’argomento dell’uso del corpo nell’epoca dei social network con uno sguardo anche sulla realtà omosessuale.
Si può definire una sorta di lavoro sulla globalizzazione del corpo?
Sì, si tratta proprio di questo, infatti la globalizzazione e il web hanno livellato il gusto collettivo mondiale creando un unico standard di bellezza del corpo. Anche il modo di incontrarsi è cambiato ad esempio in discoteca, i ragazzi non ballano più, ma trascorrono la serata con il bicchiere in una mano e lo smartphone nell’altra continuando a scattare foto e fare selfie. 
La tua analisi dei tempi considera che l’individualità sia ancora in tempo per essere salvata? Si può ancora conservare la propria originalità di soggetto unico o siamo tutti spacciati e appiattiti?
Sono ottimista di natura, come umani saremo sempre in grado di cambiare il presente. Penso che gli uomini abbiano sempre la possibilità di invertire direzione, credo molto nell’uomo.
Il confronto tra i due universi creativi, quello tuo e quello di Gennaro Maione, è stato anche un confronto con tutto il resto della compagnia? I danzatori hanno in qualche modo partecipato alla messa in opera del lavoro?
Sin dall’inizio ho pensato al coinvolgimento dei danzatori nel lavoro. Quasi un’esigenza di conoscere il loro pensiero sul concept dello spettacolo che mette di fronte la mia generazione alla loro. Hanno partecipato attraverso le parole che hanno scritto sull’argomento e durante le improvvisazioni in sala. Con Gennaro poi lavoro benissimo è interessante  lui ha tante cose da esprimere.
In che modo procedi con la creazione coreografica? Il tuo approccio è razionale e logico oppure utilizzi l’improvvisazione?
Parto dall’idea, dall’azione, qualche volta utilizzo l’improvvisazione, ma difficilmente è la musica ad ispirarmi. Mi concentro sui movimenti, sul gesto, e a spettacolo quasi concluso sulle individualità, sul viso, sulle espressioni. Molti coreografi lavorano sulla musica e sull’interpretazione dello spartito scelto. Qual è il rapporto tra la musica che hai scelto e creato per questo spettacolo e i movimenti coreografici? Noi abbiamo fatto il lavoro inverso: abbiamo scelto e deciso l’azione e poi su queste abbiamo messo la musica giusta che rispettasse accenti e pause del movimento.
Molti coreografi lavorano sulla musica e sull’interpretazione dello spartito scelto. Qual è il rapporto tra la musica che hai scelto e creato per questo spettacolo e i movimenti coreografici?
Noi abbiamo fatto il lavoro inverso: abbiamo scelto e deciso l’azione e poi su queste abbiamo messo la musica giusta che rispettasse accenti e pause del movimento.
Gennaro Maione:  
Forse è accaduto solo in un paio di minuti rispetto all’intero spettacolo, per il resto è avvenuto esattamente il contrario. La maggior parte della musica è originale ed è stata composta per lo spettacolo dal musicista Vito Pizzo tranne qualche pezzo già edito.
Gennaro Maione adesso sono curiosa di sapere da te come hai vissuto lo scarto generazionale che separa te e Gennaro Cimmino in quest’esperienza lavorativa?
Sono stato bene e ho potuto prendere parte ad ogni fase della creazione fin dall’inizio. Ho lavorato molto e ho avuto la possibilità di mettermi in gioco come coreografo liberamente.
Si può quindi affermare che sei padre di questa coreografia tanto quanto Gennaro Cimmino?
Sì, assolutamente, Gennaro conosce bene il mio lavoro e sapeva che ci saremmo integrati perfettamente.
Lo spettatore distinguerà due registri coreografici differenti oppure la vostra creatività e le vostre idee si sono a tal punto mescolate da essere oramai inscindibili?
All’inizio Gennaro mi ha parlato della sua idea, a me ne sono venute delle altre, e lavorando insieme abbiamo scoperto, che per questo tema, siamo perfettamente complementari. Soltanto un occhio attentissimo e che ci conosce veramente bene può distinguere la mia mano dalla sua. Anche i ragazzi hanno prodotto spontaneamente dei percorsi coreografici che adesso fanno parte dello spettacolo stesso.
Dalla nostra conversazione ho capito che non sarà possibile incasellare il vostro lavoro in nessuno stile o scuola riconoscibile. Qualcosa o qualcuno ti avrà sicuramente e profondamente ispirato. 
Penso che sia un lavoro di danza che tiene conto di tutti i linguaggi della scena contemporanea internazionale. Si tratta di uno spettacolo di danza contemporanea molto ballato, in cui i performer hanno avuto un confronto anche con altre dimensioni dell’espressione artistica: il teatro, la musica, l’arte contemporanea.

Compagnia di Danza Körper
Progetto,Costumi e Regia : GENNARO CIMMINO
Coreografie:GENNARO MAIONE/GENNARO CIMMINO
Danzatori : SABATINO ERCOLE, FLAVIO FERRUZZI, NELLO GIGLIO, GIOVANNI IMBROGLIA, GENNARO MAIONE, ANTONIO NICASTRO
Musiche Originali: VITO PIZZO
Disegno Luci: GIANNI NETTI
Realizzazione Costumi: MARIO STRINO
Produzione: Körper

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