La mia intervista a Emma Cianchi coreografa napoletana pubblicata su Campadidanza mag

Il 24 e il 25 gennaio al Piccolo Bellini andrà in scena "Il Cerchio Primo" firmato da Emma Cianchi e dal Collettivo iF0021 lavoro coreografico in cui l'interazione tra il performer, la scenografia e lo spazio crea sinergie magiche e inaspettate. Molto apprezzato dalla critica e dal pubblico nelle sue date precedenti il lavoro conferma una creatività filoamericana della coreografa che, infatti, dà il medesimo rilievo tanto alle scenografie e ai costumi quanto al ruolo del performer, di contro ad una cultura del contemporaneo più tipicamente di discendenza nord-europea a cui siamo soliti assistere.Degna discepola ideale di Alvin Nikolais Emma Cianchi non tralascia nulla e, lungi dal proporre un contemporaneo scarno e psicologico, predilige quello ipnotico e surrealista.





Da dove nasce l'idea di questo lavoro?

L'idea nasce dalla voglia di ricercare nelle nuove tecnologie applicate alla scena, e quindi posso dire che il percorso creativo sia praticamente iniziato da esigenze tecniche.
Poi, da lì, abbiamo sviluppato tutta una narrazione grazie anche a Giò Fonti che ha curato con noi la sceneggiatura

Il risultato finale a cui sei arrivata è più narrativo o simbolico?

Sicuramente sento di dire che si tratta di un lavoro più simbolico che narrativo.

Nei tuoi lavoro l'uso della scenografia e delle installazioni è fondamentale. Come hai cominciato a far interagire la danza con queste altre espressioni artistiche?

Si è vero è fondamentale. Sicuramente nasce dalla mia formazione, anni e anni di tecnica Nikolais che mi ha avvicinato molto allo studio degli elementi scenici. Inoltre la mia curiosità di sempre mi porta di continuo verso nuove cose e sempre di più mi avvicino all'installazione.
Uno step decisivo sicuramente è stato l'incontro e l'amicizia con Gilles Dubroca, videomaker dalla creatività indiscussa.

Giuseppe Brancaccio è il performer che hai scelto per questo tuo lavoro, cosa ti ha portato a prendere lui? In cosa ti ha convinto per interpretare questo ruolo?

Giuseppe è un bellissimo interprete di formazione ibrida tra teatro e danza, con un movimento naturale e non condizionato da virtuosismi accademici. La mia scelta è caduta su di lui proprio per queste caratteristiche.

Che tipo di dialogo c'è, se c'è, tra lo spartito musicale che hai creato e la tua coreografia? C'è intersezione oppure i due aspetti sono completamente indipendenti l'uno dall'altro?

Danza e musica sono contemporanei e dipendenti.
"Il cerchio primo" è un lavoro sul suono. Il suono viene generato dal movimento del danzatore tramite sensori e con un processo di live coding creato da Dario Casillo, in contrapposizione ad un violoncellista che suona una partitura classica creata appositamente da Raffaele Lopez.

Più dialogo di così!

A quale filone di danza contemporanea t'ispiri nelle tue composizioni: pensando ai padri fondatori delle varie tecniche credi di essere stata influenzata da uno in particolare per poi arrivare ad una tua impronta?

Senza dubbi: Alvin Nikolais

Progetti futuri?

Un progetto grande e sempre più difficile per la tecnologia che vorremmo utilizzare. Ma non dico altro, incrocio solo le dita.

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