Al San Carlo c'è il Corsaro

Si condensarono in un solo balletto tutti gli elementi adatti a catturare l'attenzione del pubblico di metà ottocento: l'amore travolgente e passionale ostacolato dall'uomo e dalla natura, l'esotico sfarzoso e pur sempre selvaggio, la schiava resa libera dal pirata che tutto vuole e tutto può.  Nel pieno del romanticismo inglese, in cui le opere dei tre grandi Byron, Shelly e Keats rendevano possibile l'evadere con la mente e con la fantasia per approdare su lidi lontani e irrangiungibili, nasce come emanazione dello spirito romantico Le Corsaire su musiche di Adolph Adam. 

Estasiato dalla magnificenza di un Oriente tanto lontano quanto profondamente diverso dall'Occidente ordinato e monogamo lo spettatore gode di visioni surreali tra harem ed eunuchi, sultani e venditori di schiave.
La dolcezza e la malinconia di un amore che lotta contro tutto e tutti, estenuato persino dall'opporsi della natura ostile e beffarda, è rappresentata da variazioni e pas de deux impareggiabili in quanto a fisicità e virtuosismo.
La prima messa in scena risale al 1856 al Teatro dell'Opera di Parigi e da allora i punti cardine, intorno a cui tutto ha subito modifiche fino a rendere il balletto conosciuto oggi tutt'altro rispetto all'originale, sono le jardin animé e il pas d'escalve fino al conclusivo pas de deux.
Lunghi periodi di prova tra estenuanti ore di sala e riadattamenti coreografici sotto la direzione di Alessandra Panzavolta sono garanzia di uno spettacolo senz'alcun dubbio all'altezza delle aspettative.
Da questa sera, e per una settimana di repliche, Le Corsaire è in scena al San Carlo con la Compagnia del teatro impreziosita da due stelle del Bolshoi Maria Aleksandrova e Aleksander Volčkov, da Alessandro Macario étoile ospite e dalla partecipazione degli allievi della scuola di ballo diretta da Anna Razzi.
Un San Carlo strepitoso accende le serate napoletane di chi ama l'arte e non riesce e vivere senza.

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